venerdì 28 agosto 2020

La zebra col complesso di inferiorità

 La storia della letteratura è piena di frasi illustri, da Lev Tolstoj a Bertrand Russell passando per Johann Goethe, che esaltano la mente che dubita di tutto. In continuazione. Le grandi menti mettono in discussione qualsiasi cosa, è questo il refrain di chi cita nomi altisonanti i quali, probabilmente, intendevano qualcosa di molto diverso dal ridiscutere perfino sulla sfericità della Terra.

Ma d'altronde, se lo diceva perfino Cartesio che bisogna dubitare di TUTTO, allora diventa lecito mettere in discussione perfino la forma del pianeta su cui poggiamo le terga, no? Ad libitum, nonostante la vagonata infinita di prove tangibili che evidenziano la verità, a dispetto di tutto: anche dei secoli. Nel 3068 ancora discuteremo se la terra sia piatta o sferica mentre la osserveremo da una stazione orbitante chiamata Arca, che ha permesso al genere umano di non morire per l'inquinamento. I negazionisti del Global Warming, da lassù, ci insegneranno che la temperatura è arrivata a 48 gradi perché Dio ha voluto così.

Bene, da una parte quindi ci sono i sostenitori di Russel, Cartesio, Tolstoj e Goethe (e perché non citare Roberto Gervaso e la sua celebre frase "dubito sempre di chi non dubita di niente"). Dall'altra c'è la teoria della Zebra, il Rasoio di Occam ridotto ai minimi termini:

"Se senti rumore di zoccoli è assai più probabile si tratti di un cavallo che di una zebra, quindi vai sul sicuro e dì cavallo".

Si tratta di un detto che viene spesso utilizzato in ambito medico (reso celebre al grande pubblico da una frase del Dottor Cox in "Scrubs") e che intende consigliare ai dottori di seguire i sintomi e trarne la più logica conseguenza, senza inseguire chimere e improbabili teoremi.

Certo, nessuno sta dicendo che si debbano prendere tutte le cose come oro colato. Ovvio che non sia così.
Ma questo citazionismo scellerato, senza contesto e senza aver mai letto tre parole in croce dei suddetti autori, ci ha condotti a una situazione in cui ormai non solo non si pensa più al cavallo, ma non si pensa neppure alla zebra: il rumore di zoccoli ormai si associa liberamente e impunemente al Pegaso alato che trasporta le Folgori di Zeus alla cima dell'Olimpo scorreggiando arcobaleni e chi ti dice che stai prendendo un abbaglio è un idiota, un servo delle lobby.
Ormai la zebra è mainstream. La zebra è roba da poppanti.

Una mascherina chirurgica (rumore di zoccoli) può essere un dispositivo medico utilizzato da decenni in ambito sanitario perché efficace contro la contaminazione dell'ambiente e delle persone circostanti (cavallo) oppure un'arma utilizzata dai Poteri Forti capitanati da una lobby giudaica tenuta insieme da Bill Gates, intesa a privarci dell'ossigeno e a farci ammalare di fantomatiche patologie mai osservate in laboratorio, al fine ultimo di farci estinguere come etnia favorendo la sostituzione con quella Africana attraverso il 5G (e qui siamo oltre Pegaso, siamo agli unicorni rosa a reazione coi raggi laser dagli occhi che combattono l'esercito di Vega... la Zebra può accompagnare solo).

Se Russell, Tolstoj, Goethe e Cartesio fossero vivi, oggi, e sapessero che vengono usati per crogiolarsi nei teoremi del complotto più ridicoli e assurdi della storia, forse, scriverebbero qualcosa tipo

"Scusate, ritiro tutto: andatevene a fanculo voi e quel cervello liquefatto dai reality show che vi ritrovate".

Per dubitare di qualcosa bisogna, anzitutto, capirla.
Non capire un cazzo, viceversa, ti toglie la capacità di dubitare anche di quello.
Quindi, semplicemente, accettalo. Non è un dispositivo alieno impiantatoci tremila anni fa dopo l'esilio dall'Eden per condannarci a una condizione terrena di schiavitù ormonale, semplicemente un corpo cavernoso proprio del corpo maschile comunemente definito cazzo.



foto: una zebra contrariata


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